Ad un anno di distanza dalla mio arrivo in terra Irlandese, a poche settimane dal mio primo vero San Patrizio, e nel giorno del mio primo Venerdì santo (interamente analcolico, incredibile, divieto di vendita di alcool in tutto il paese, per tutte le 24 ore del venerdi) in terra Irlandese, l’ispirazione mi ha preso una piaga decisamente Verde e decisamente Cattolica. Se c’è infatti un punto di contatto tra i miei gusti e le mie passioni calcistiche, e questa terra che oggi mi da lavoro, speranza e possibilità di guardare al futuro, questo è sicuramente il Celtic Football Club.
Viewing entries in
Europa
Tempo fa, con la stessa capigliatura c’era il leggendario Carlos Valderrama, e i suoi detrattori lo chiamavano ‘Carlos, con la cocaina nei capelli’ perché’ dicevano che un Colombiano forte tecnicamente e astuto dal punto di vista calcistico come 'El Pibe' non poteva essere dono solo di Dio, ma anche di qualche polveraccia magica. Eh chi lo sa?
Chissà adesso che diranno del molto meno leggendario David Luiz, stessi capelli del Diez Colombiano e autore di una prestazione maiuscola nell’ottavo di finale di Champions League, vinto dal suo PSG contro il Chelsea di Mou, a Stamford Bridge. Diranno che è scarso? Che è un buffone? Che gioca solo per sponsors e capelli? Ci sta, ma a me piace lo stesso. Tiè!
Recentemente, ha appeso le scarpette al chiodo uno dei giocatori che mi ha entusiasmato di più negli ultimi 20 anni di calcio. Juan Roman Riquelme. Storico ‘diez’ del Boca Juniors and ex stella di Villareal e Barcellona. Una figura che mi ha sempre trasmesso una certa allegria e spensieratezza vedendolo giocare. Un giocatore sopraffino, 'di tocco' lo definirei. Mai sopra le righe nei comportamenti e mai scorretto nei confronti di avversari e compagni di squadra.
Viene, o meglio, veniva soprannominato 'El Mudo', poche espressioni facciali nel rettangolo di gioco, a parlare ci pensavano piedi e cervello. Un regista avanzato con una tecnica da Top del Top, e visione del gioco ancora migliore. Que falta? Che mancava allora? Mancava che era lento, e magari un po pigrotto. Secondo me, questo, era anche un suo grosso motivo di fascino e anche di fama. Oggi, con l’avanzare di nuovi campioni, molti soprannomi (in sudamerica un must, se giochi a calcio e non ce l’hai, ma ‘ndo vai) vengono riutilizzati e affibbiati a calciatori che ricordano altri del passato. 'El Mudo' odierno sarebbe Franco Vazquez del Palermo, ottimo giocatore che per certi versi ricorda Riquelme, soprannome giusto.
Ci risiamo, dopo quasi due mesi di inattività su questo blog (colpa di Natale, Capodanno, spostamenti e impegni vari, e pure tanto Football Manager 2015...) torno a scrivere due righe sul Dio Pallone. Argomento del giorno: in giorni di partite di Coppe Nazionali in giro per l'Europa, mi sono chiesto quanto sia insensata e brutta l'organizzazione della Coppa Italia. Mamma mia ragazzi, roba da matti!
Molte serate, per riempire il mio tempo, mi vado a vedere gli highlights delle partite del momento (il sito okgoals mi da una bella mano in questo senso). E recentemente ho visto diversi goals di partite delle Coppe Nazionali dei maggiori campionati europei: FA Cup, Copa del Rey, Coupe de France e la Pokal in Germania, e ho potuto notare, seppur vedendo pochi e corti spezzoni di partita, come queste competizioni siano di un livello d'intrattenimento, organizzativo e democratico sopra la media.
Avessi fatto lo gnorri dopo una partita del genere, sarebbe stata una vigliaccata clamorosa, allora preferisco farci due risate (amare eh… ) e scrivere due righe su quello che ho visto e capito di Roma - Bayern Monaco. Una partitaccia come dicono gli esperti, una figura di merda come la chiamo io (e tanti altri più schietti e sinceri). La Roma capitola, tra le mura amiche di uno stracolmo Stadio Olimpico stile anni 80, ai piedi di un Bayern di Monaco calcisticamente perfetto, da 10 in pagella.
Perché tutto ciò? Perché? Un motivo ci sarà o no? No, ce ne sono 7 di motivi secondo me. Facilissimo parlare dopo la partita, nel calcio non c’è cosa più facile, ma ragionando un po sul momento, sulla partita, sulle parole sentite (tante, tantissime, troppe) e calcando un po l’onda del risultato rotondo, ho pensato che 7 ragioni davvero piene ci fossero e valeva la pena argomentarle un secondo. Troppo facile dire che è stata una giornata no, una partitaccia, una serataccia, una partita storta, nata male…. no no. Meglio ragionare un attimino sul perché di queste Sette Pere:
Poche cose sono belle e gustose come vedere la propria Squadra del Cuore giocare partite di Champions League. Ve lo dice uno che ha visto 10 anni di Cesaroni e RIS, e si è ritrovato a sentire il jingle più bello del Mondo del Calcio, e prova i brividi a vedere il telone grigio con le stelle muoversi dietro le facce dei suoi beniamini. Sono sensazioni belle e che fanno capire cosa sia il Calcio e cosa sia la Champions League, e pure cosa voglia dire essere Tifosi.
Sfidarsi con i migliori dovrebbe essere (secondo me) l’aspirazione di vita di ognuno di noi, e la continua insoddisfazione personale deve essere la molla che ci porta a sacrifici e sorrisi nel corso del tempo. Il sale della vita. Tutto questo, in ambito Calcistico, è meravigliosamente rappresentato dalla Champions League. Le miglior squadre si scontrano l’una con l’altra in un torneo affascinate e con risonanza Mondiale, spesso il migliore vince, e le squadre partecipanti sono sempre alla ricerca di migliori prestazioni di anno in anno.