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22 giorni dopo

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22 giorni dopo

Come da prassi e tradizione italiana, ogni estate si apre con un tormentone musicale. Alcuni (per non dire molti…) sono orrendi, bruttissimi e tamarrissimi, e fanno venir la voglia di spegnere o spaccare la radio. Questo anno però, per molti tifosi, quest’estate sarà ricordata come la stagione iniziata con la finale di Champions Juve - Real. 
Sembra un segno del destino ma non lo è: con l’arrivo dei primi caldi e delle prime domeniche al mare in Italia, è arrivata il 3 giugno la finale tanto attesa, tanto gufata, tifata e guardata. Tacalabala ve la propone 22 giorni dopo, 3 settimane dopo. 
Spoiler alert: finisce sempre 4 a 1 per il Real.

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Grazie

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Grazie

Tutto il Mondo (del calcio, dello sport e non solo) dovrebbe dire "Graziea Claudio Ranieri e alla sua banda di ragazzacci, perché dando due calci ad un pallone per circa 9 mesi nei campi di tutta Inghilterra, hanno risvegliato e fatto rinascere emozioni che nel Mondo di oggi non sono più comuni come una volta: la speranza e il sogno.

Ridurre tutta la storia del Leicester di questa stagione, ad una banale vittoria di un campionato di calcio, sarebbe da idioti, perché tutto quello che sta succedendo è molto di più. E' la forza di seguire un sogno, di faticare per raggiungerlo, e di spingersi al di là del limite che solo noi sappiamo dove è realmente. E' la voglia di sognare, di vivere di gioie e di speranze, di godere dell'impossibile. E' la voglia di ridere e divertirsi, sempre e comunque, e di scherzare con la vita, per goderne nel modo più sfrenato.

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Quattordici.

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Quattordici.

Spesso e volentieri, giornalisti, esperti, calciatori, allenatori si chiedono cosa sia la vera essenza e bellezza del Calcio. Io, che non sono di certo un cervellone, penso di avere la mia teoria in merito. Infatti, da quando scrivo su questo blog, mi sono spesso imbattuto in diverse storie che partivano dal Calcio e mi portavano ad esplorare oltre, a dover vedere altro, quello che c’era dietro, a volte quello che c’era dentro. 
Io penso che sia questa l’essenza del Calcio: collegare due calci ad un pallone, con cose che apparentemente non c’entrano niente e che poi invece si rivelano strettamente dipendenti e collegate.

Per esempio, io non ho mai visto giocare Johan Cruijff, questo è un dato di fatto. Ho potuto ammirarne le gesta su video d’epoca e documentari, ma diciamo che non l’ho mai vissuto come giocatore. Però penso di aver capito tanto di lui, molto. Tanto da sentirmelo più vicino di tanti altri che vedo tutte le domeniche e che magari mi fanno esultare per gol o giocate strabilianti.

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Svezia & Danimarca

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Svezia & Danimarca

Stasera a Stoccolma e Martedì a Copenhagen, si giocheranno due partite che per molte persone, sono più che semplici partite di calcio. A dirla tutta, si parlava di guerre tanto tempo fa da quelle parti, nello stretto di Oresund, che prima divideva, ed ora collega, Copenhagen a Malmo. La Danimarca alla Svezia. Al momento del sorteggio per questi playoff per l'Europeo di Francia, nei due paesi si sono vissuti momenti simili a quelli per un sorteggio di FA Cup per Hooligans Inglesi che vogliono fare a botte con quelli rivali. Non si aspettava altro che le palline combaciassero e dicessero, Svezia contro Danimarca. 180 minuti. Fuori o Dentro. 

 

Non è cosa celebre e popolare l’odio che divide queste due nazioni e popoli. Anche la stessa parola odio non è perfettamente corretta e adatta a questa situazione. 
L’odio in Scandinavia è più uno scherzo, uno scherno all’altra persona, all’altra lingua, all’altra Corona. Un motivo per berci sopra, e prendere in giro chi viene da l’altra parrocchia. Un motivo per comprare il biglietto per lo stadio, appendere fuori la bandiera, o accendere la tv per cantare l’inno e poi magari addormentarsi. E’ sport.

Si è sport, è la gioia di vedere la propria squadra prevalere sull’altra per il solo e unico bene della Nazione stessa. Per sentire i tuoi fratelli di sangue abbracciarti e offrirti un’altra birra. Per gioire ed esultare insieme e per prendere per i fondelli il nemico. Che poi diventa amico un secondo dopo.

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Shamrocks, Guinness e Johnny Giles.

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Shamrocks, Guinness e Johnny Giles.

Dublino, Nord di Dublino. Phibsborough per la precisione, Dalymount Park. Ore 21,15 di un venerdì in una non calda e ventosa serata di fine Agosto. Nel campo i padroni di casa dei Bohemians, e la capolista, Dundalk. 2 a 1 dei Bohs a 20 minuti dalla fine. Ultima azione: l’ala dei “Lilywhites” va via sulla fascia, scarica dietro per la mezzapunta, Fitzgerald. Passo cadenzato, colpisce la palla col piattone destro, prima di cadere con la faccia a terra. La boccia passa tra i centrali, sotto la pancia del non impeccabile portiere dei Bohs, e, millimetricamente, in mezzo alle gambe del terzino sinistro posizionato accanto al palo. 2 a 2.

In pochi secondi, ecco rappresentato, il calcio Irlandese. Un misto tra Fantozzi e Alvaro Vitali. Un minestrone, quasi una minestraccia. Piena di sforzi, di sangue, di sudore, di piedi ruvidi, gomitate e litri di Guinness. Tutto rigorosamente ambientato in un prato verde.
Il verde più bello e acceso che potreste immaginare.

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La Juve.

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La Juve.

E’ sempre bene, nella vita in generale, basarsi e fare affidamento su certezze, su fondamenta che non cambiano, non mutano e non cadono quasi mai, tranne cataclismi e terremoti last minute. Bene, la certezza con la quale inizio questo articolo è ferrea e ben impiantata su di me, e non penso (e spero) che muterà proprio mai: Io Odio la Juventus. 

I motivi sono vari e variegati tra di loro, ma il sentimento è ben chiaro dentro di me. Non sopporto la Juve, non la vedo proprio come cosa simpatica e mai ne sono rimasto felice delle vittorie e delle glorie. Lo ammetto, è un effetto causato in maggior parte dalla propensione a vincere di questa squadra, che non la vuole smettere, proprio per nulla, di monopolizzare il calcio italiano con trofei, vittorie e gloria. Inoltre, inutile ripetermi, mi reputo un Toscano verace. E in Toscana, o tifi la Juve o ne sei contro, con tutto te stesso. A prescindere da un eventuale passione per la Fiorentina (che assolutamente non ho), il toscano reputa lo juventino una persona sporca, un ladro, un poco di buono e un ‘Gobbo’. Il fatto che tifi Roma, conta il giusto sinceramente. Non ho vissuto gli anni 80 e non ho il diritto di protestare per il non gol (o gol? boh) di Turone o il rigore (o no? ari boh) di Gautieri. Posso (e rispettosamente, devo) riferirmi agli ultimi 15 anni, quelli che ho seguito con maggiore interesse e passione. E’ c’è poco da dire sinceramente.

Lo dico mordendomi il fegato e con il cuore in mano, la Juve adesso è quello che vorrei fosse la mia Roma. 

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