E’ sempre bene, nella vita in generale, basarsi e fare affidamento su certezze, su fondamenta che non cambiano, non mutano e non cadono quasi mai, tranne cataclismi e terremoti last minute. Bene, la certezza con la quale inizio questo articolo è ferrea e ben impiantata su di me, e non penso (e spero) che muterà proprio mai: Io Odio la Juventus. 

I motivi sono vari e variegati tra di loro, ma il sentimento è ben chiaro dentro di me. Non sopporto la Juve, non la vedo proprio come cosa simpatica e mai ne sono rimasto felice delle vittorie e delle glorie. Lo ammetto, è un effetto causato in maggior parte dalla propensione a vincere di questa squadra, che non la vuole smettere, proprio per nulla, di monopolizzare il calcio italiano con trofei, vittorie e gloria. Inoltre, inutile ripetermi, mi reputo un Toscano verace. E in Toscana, o tifi la Juve o ne sei contro, con tutto te stesso. A prescindere da un eventuale passione per la Fiorentina (che assolutamente non ho), il toscano reputa lo juventino una persona sporca, un ladro, un poco di buono e un ‘Gobbo’. Il fatto che tifi Roma, conta il giusto sinceramente. Non ho vissuto gli anni 80 e non ho il diritto di protestare per il non gol (o gol? boh) di Turone o il rigore (o no? ari boh) di Gautieri. Posso (e rispettosamente, devo) riferirmi agli ultimi 15 anni, quelli che ho seguito con maggiore interesse e passione. E’ c’è poco da dire sinceramente.

Lo dico mordendomi il fegato e con il cuore in mano, la Juve adesso è quello che vorrei fosse la mia Roma. Una grandissima squadra, una società organizzata e amministrata in maniera maniacalmente efficiente, un bellissimo stadio nuovo di zecca e duraturo nel tempo, e un gruppo di giocatori che sputerebbero sangue per la maglia e per la vittoria, perché fieri di far parte della Juventus e di nient’altro. In questa stagione si è visto, ed esaltato, tutto ciò della Vecchia Signora, tutto quello che una società dovrebbe avere, ed essere, per raggiungere risultati fantastici e rendere i tifosi orgogliosi di andare allo stadio o di vederne le partite alla tv. Questo è la Juve oggi, e, a prescindere da antipatie e campanilismi, ne va preso atto nella maniera più sincera ed onesta.

Circa un’anno fa, con un tempismo agghiaccianddde, Antonio Conte, venne cacciato per incomprensioni con la società e rimpiazzato da Massimo Allegri. Tifosi juventini sul baratro, in piazza a protestare contro una decisione (apparentemente) senza senso, la società Torinese in forte imbarazzo e disagio per l’accaduto e giocatori che (apparentemente) si pensava avessero perso la loro guida spirituale (io in quei giorni ero contento e gongolavo come un cretino). Aho, ma che state a dire? Acciughina sta vincendo tutto! Tutto! Si parla di Triplete, mica cotica! 

Ebbene si, quella che sembrava la fine dell’era della nuova Juve, ne è stato un dolcissimo rinascimento. Allegri da essere allenatore scarto, ad essere l’uomo in più che, evidentemente, non c’era prima. Massimone da Livorno, ha una dote, che si cela dietro quello sguadro scaltro e truffaldino: è furbo ed intelligente. Ha saputo approcciare e trattare con i giocatori e l’ambiente in una maniera divina, perfetta. Così facendo è entrato nelle grazie di tutto e tutti, ed ha portato risultati, bel gioco, cambiando l’immagine della squadra e rendendo fieri e felici i tantissimi tifosi della Madama. Ha anche zittito tutti i gufi (come me) e tutti i tifosi juventini disfattisti (tanti, troppi) che lo avevano marchiato già prima del suo arrivo a Torino, come rimpiazzo e allenatore poco capace. Boia Deh Acciughina!

Da tallone d’Achille ad Ariete da sfondamento, si ma non da solo. Perché come la metti, la metti, in campo a correre e giocare non ci vado io, ne Allegri e ne Conte, ci vanno i giocatori. E quelli erano forti e bravi prima, e ora sono ancora più bravi e più forti. Segno che sono persone ed uomini, già prima di essere calciatori. E ciò aiuta sempre, special modo in situazioni come quella della Juve un’anno fa. Un gruppo di uomini che si è rimboccato le maniche, e ha deciso di dimostrare all’Italia e all’Europa, che la Juve Contiana non era solo Antonio. 

Hanno giocato un’anno a mille, senza mollare niente di niente e seguendo per filo e per segno i dettami tattici di Allegri. Hanno sempre dimostrato di essere uniti e affamati di vittorie e di stupire, loro stessi per primi. In poche parole, una grandissima squadra composta da persone serissime, professionali e capaci. 

Tutto ciò si riversa a cascata sul lavoro che è stato fatto nelle retrovie della società. Poche società sportive (non solo calcistiche) in Europa, hanno le capacità organizzative, manageriali e amministrative della Juve. Lo so nota da come vengono portate avanti le trattative di mercato e da come i giocatori si sentono protetti e bene dentro una società ‘speciale’. Poche volte vedrete comportamenti fortemente antisportivi da un giocatore Juventino, difficilmente lo vedrete in abiti e circostanze poco professionali e sempre meno volte (ultimamente quasi mai) noterete gli stessi giocatori fare occhiolini ed ammiccare ad altre squadre, oppure chiedere rinnovi contrattuali dopo solo una stagione o pochi lampi di bravura.

Si sa, alla Juve si tira dritto. Ci si allena, si gioca, ci si comporta per bene e si vince. Potrà essere un sistema a tratti antipatico e arcaico, ma è sinonimo di serietà, professionalità e compattezza delle varie componenti di una squadra di calcio. E soprattutto porta risultati, tanti. In Italia, tutto ciò, è un miraggio. In molti casi sono i giocatori, i quali sono dipendenti pagati profumatamente e continuamente, a tenere in scacco le varie società. Loro stessi sanno che in campo vanno loro, e le vittorie passano dai loro piedi e comportamenti, e per quello si sentono in potere di fare e chiedere tutto. In questo modo regna il caos, lo scazzamento, e si sprecano le scuse per i risultati non raggiunti.

Tutto ciò non è stato raggiunto in una stagione alla Juventus, ma c’è voluto un bel po. La famiglia Agnelli, l’ambiente Torinese e l'enorme potere della società hanno creato questo mix indissolubile che viene mantenuto nel tempo e segna il distacco con il resto del calcio italiano. 

La roba infinita descritta sopra, è stata abbellita e impreziosita negli ultimi anni, da un ometto venuto dall’Argentina, via Manchester (era di strada….). Il quale mai come quest’anno ha dimostrato il suo enorme valore e la sua importanza per tutta la Juventus: Carlitos Tevez. Secondo me, il migliore giocatore del campionato italiano e tra i top 5 in Europa. Quest’anno è stato devastante per l’efficienza realizzativa e per tutto quello che fa nel rettangolo di gioco. Corre come un matto, aiuta e incita i compagni sempre, segna gol in tutti modi, fa assist in tutti i modi e intimorisce gli avversari con il suo carisma e il suo infinito carattere. 

Ne ha passate di cotte e di crude l'Apache, e tutto quello che vediamo oggi mentre gioca a pallone riflette totalmente la sua vita e la sua infanzia in particolare. Scaltro e cattivo al punto giusto, con una tecnica e un intelligenza calcistica da fenomeno assoluto, è riuscito in pochi anni a diventare Leggenda per sempre della Juventus. Nota Bene: anche lui, come Allegri, era partito con mille discorsi e paranoie all’Italiana (questo fa casino, non ha voglia, è grasso, vuole andare al mare) ed ha fatto ricredere tutti, pure Sir Alex Ferguson. Non uno qualsiasi.

Dulcis in fundo, mi auguro che la Juve si goda la finale di Champions, e combatta per vincerla, al massimo delle sue possibilità. Dall’altra parte c’è una squadra di alieni e marziani, con pochissimi punti deboli e, apparentemente, abbastanza affamata e sicura di se. Vediamo che succede. E’ partita da tripla, anche se Lucho Luis Enrique ha i vantaggi del pronostico e lo sa pure. Se perdesse la Juve, non ne godrei affatto, ha già gettato il cuore oltre l’ostacolo e ha già zittito tutti. Se vincesse, non ne sarei decisamente felice e rosicherei un bel po, ma realizzerei subito dopo che ha fatto praticamente tutto per meritarsi questo tipo ti traguardo. 

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