Spesso e volentieri, giornalisti, esperti, calciatori, allenatori si chiedono cosa sia la vera essenza e bellezza del Calcio. Io, che non sono di certo un cervellone, penso di avere la mia teoria in merito. Infatti, da quando scrivo su questo blog, mi sono spesso imbattuto in diverse storie che partivano dal Calcio e mi portavano a esplorare oltre, a dover vedere altro, quello che c’era dietro, a volte quello che c’era dentro.
Io penso che sia questa l’essenza del Calcio: collegare due calci ad un pallone, con cose che apparentemente non c’entrano niente e che poi invece si rivelano strettamente dipendenti e collegate.
Per esempio, io non ho mai visto giocare Johan Cruijff, questo è un dato di fatto. Ho potuto ammirarne le gesta su video d’epoca e documentari, ma diciamo che non l’ho mai vissuto come giocatore. Però penso di aver capito tanto di lui, molto. Tanto da sentirmelo più vicino di tanti altri che vedo tutte le domeniche e che magari mi fanno esultare per gol o giocate strabilianti.
E’ riuscito laddove non ci riuscirà mai nessuno: è riuscito ad essere il Calcio, e continuerà ad esserlo anche in futuro. Se oggi ci divertiamo davanti a Messi Suarez e Neymar è perché c’era Cruijff tanto tempo prima. Se oggi il Barcellona è tiki taka, spettacolo e calcio all’ennesima potenza, è anche merito di lui. Se oggi l’Olanda e Amsterdam sono posti così splendidi e unici, è grazie anche Johan e alla sua generazione.
Unica grande nota: oggi è il 2016, lui queste cose le aveva in mente 40 anni fa.
In tutto questo splendore di cervello ed essere umano ha influito tantissimo il fatto di essere Olandese e di Amsterdam. Gli "oranje" sono un po così, un po' strulli e maledetti, un po' al di la degli schemi. Un po' oltre. Hanno una felicità particolare negli occhi e nel sorriso, e hanno la goia di vivere che difficilmente riescono a contenere e facilmente contagiosa. In più hanno una spiccata dote di inventiva quando si tratta di pensare e di dover far lavorare il cervello, e come insegna il nostro Cruijff, spesso arrivano prima.
Sono stati i primi a gestire i soldi, a commerciare, sono stati i primi a sconfiggere il mare, a sconfiggere i tanti mali delle mille guerre passate sopra il loro territorio, e sono stati i primi a sfatare e abbattere i tanti tabù della società moderna. E di tutto ciò il simbolo è sempre stato Amsterdam, e di riflesso: Johan Cruijff. Come se alle volte fossero la stessa cosa, unici allo stesso modo, tremendamente belli e divertenti come niente al Mondo. Irresistibili.
Vedere oltre, vedere altro, andare al di là, capire prima. Questo amo dei calciatori. Come scrissi per Riquelme, questi sono i giocatori che mi fanno impazzire, ai quali non resisto, e lui era uno di quelli. Sul campo da gioco ha fatto cose che nessuno aveva mai fatto prima, pensato cose che avrebbero cambiato il calcio 40/50 anni dopo. Dopo!
Fuori dal campo ha messo in pratica le idee da calciatore, rendendo il calcio diverso e rivoluzionandolo per sempre. In più ha dato l’opportunità ai tanti appassionati di calcio, con i piedi a zappa però, di studiare e poter lavorare di calcio con la sua fondazione.
Io non l’ho mai visto giocare Johan Cruijff, ma forse è il giocatore che è mancato di più ai miei occhi e alle mie emozioni. Buon Viaggio Johan!