Finalmente ci siamo! La Serie A riparte. Anzi, sarebbe meglio dire che è già ripartita, seppur con estremo (non so quanto giustificato) ritardo rispetto a tutte le altre competizioni europee. La stagione appena iniziata sarà principalmente caratterizzata da tante e appetitose novità: la Juve senza Conte, il Milan di Inzaghi, la nuova Roma di Garcia (e Sabatini....), la nuova Inter di Mazzarri, Zeman a Cagliari, il Palermo in A....e via via ce ne sarebbero tante altre. Una per squadra. Vediamo allora di mettere ordine in mezzo al campo e tracciare una griglia di partenza per la stagione che verrà.
L'inseguimento, come da anni a questa parte, è sempre sulla Vecchia Signora. Seppur scossa dal terremoto Antonio Conte ad inizio preparazione, la societa' più Scudettata d'Italia, è riuscita a lasciare la sua rosa intatta, respingendo i continui attacchi esteri ai suoi più pregiati gioielli. Il bonus di quest'anno è rappresentato dai nuovi innesti, che si, hanno reso la squadra migliore, senza però facendola balzare su livelli tanto più alti. Se la Juve ha un difetto infatti, è nelle decisioni che prende in alcuni momenti cruciali del mercato o della stagione. Pur avendo fatto un ottimo mercato, non si capisce se la società voglia veramente aspirare ad un posto nell'elité Europea o no. Non sembra cacciare denari per top players, che al giorno d'oggi servono come il pane per competere contro chi i soldi, li spende (molte volte spande) in maniera alquanto disinvolta. Non ci vuole la palla di cristallo a capire questo sia stato il vero, grande e unico motivo della fuga di Mister Conte, che voleva l'astice invece delle vongole. Le vongole (veraci, si intenda) le mangia Max Allegri allora, che da buon livornese se ne intende. E sempre da livornese, saprà come fare con i giocatori e le persone del gruppo Juve. In questo fresco matrimonio infatti, conterà molto (tanto tanto, molto di più di quello che possa fare Allegri) l'umore e l'intenzione dei giocatori, i quali dovranno far capire se si vogliono far trasportare dal progetto di Allegri o siano sempre fedeli al vate Antonio da Bari.
La Roma. La Roma ha una bella squadra, un bravissimo allenatore (ottima persona va spesso a significare, buon allenatore). Però ancora non basta. Tutto infatti dipende dalla stessa Roma: giocatori, allenatore, società e tifosi. Se tutte queste componenti non si esalteranno alle eventuali vittorie e non si sfascieranno alle eventuali sconfitte, le stagione sarà ottima sia in campionato che in Champions League. Facile dirlo, vero? Ma alla Roma (e soprattutto a Roma) questa rappresenta una conditio sine qua non, che ha tante volte ostacolato Roma e Lazio dall'essere squadre vincenti nel lungo periodo. Il Mercato di Walter è stato pirotecnico (anche troppo….), e ce l’aveva pure detto ad inizio estate. Colpi a destra e manca, plusvalenze, giocatori greci, svincolati ed ex fuoriclasse. Di tutto di più insomma. La mia mente critica mi fa pensare che la Roma abbia cambiato un po troppo in difesa (6 su 9 sono nuovi) e forse tutto questo zibaldone per un reparto che era molto solido e ben organizzato l'anno scorso, non serviva affatto.
Subito dietro le due lepri del gruppo, è possibile scorgere il Napoli di DeLa, che anche quest'anno doveva spaccare il mondo e intanto: fuori dalla Champions ai preliminari con l'Athletic Bilbao (Aupa Aupa Athletic!) e niente colpi di mercato perchè tanto non servono. Sarà, ma, personalmente, la squadra di Benitez non mi convince molto (il primo forse è proprio lui a non convincermi per niente..). La mia impressione e' che, sin dall'inizio della stagione scorsa, il Napoli e' come se avesse due squadre in una: mezzepunte e attacco che fanno quello che vogliono e sono la panacea del grande male rappresentato dall'altra squadra, una difesa a tratti ridicola e mai puntellata con giocatori validi che potessero dare compattezza e solidità a una squadra che ne è in piena e disperata ricerca. Tra queste due squadre c'è Marekiaro, che non è più quello splendido giocatore di una volta e non si sente neanche poi tanto motivato e stimolato ad esserlo (con Mazzarri lo era e con Benitez decisamente no...). Questa è la situazione che ha portato poi a vedere certe scene del genere in Champions League (in terza categoria non vengono concessi quei gol), e ha portato alcuni giocatori al mal di pancia più o meno forte. Il Napoli quest’anno si gioca tanto, dalla credibilità degli individui che lo governano (Dela-Bigon-Benitez) al progetto in se stesso.
In questo trambusto, sembra risorgere Milano. La mia impressione infatti, è che quest’anno le due milanesi si divertiranno e non poco. L’Inter ha fatto un ottimo mercato, oculato e furbo (birbo direi), in perfetta sintonia con le indicazione di mister Mazzarri. Giocatori grintosi, vogliosi e con le palle quadrate. La questione ruota attorno al gioco di Mazzarri e all’armonia del gruppo. Il gioco non è sembrato rendere a Torino, e Mazzarri se vuole far qualcosa la deve smettere di piangere come un ragazzino e schierare 40 mediani, e 20 difensori. Via due punte e si leva la paura, forza Mazzarrino caro! Nello spogliatoio, ci sono caratteri forti e anche un po strani, società e mister dovranno essere bravi a tenere le redini del gruppo senza farlo sbandare come già’ e successo in passato. Discorso banale si, ma altrettanto fondamentale da fare, se l'amalgama della squadra si sta per ri-creare da zero.
Il Milan di Inzaghi fa ben sperare e, seppur contro il mio più grande scetticismo verso società e allenatore, sembra essere partito bene. Una rosa non fa mai primavera e quindi andiamoci piano. Il mercato è stato ottimo (con la questione Balotelli su tutto e tutti) e la squadra sembra messa bene su, con innesti di esperienza e giovani più che validi. Non penso possa lottare per lo scudetto, ma per le coppe (forse addirittura anche il terzo posto) sicuramente si. La cosa più bella dell’inizio della stagione per il Milan l'ha detta Mister SuperPippo Inzaghi “Quest’anno potremmo perdere da chi e’ più forte e bravo di noi, ma non dobbiamo perdere da chi ha più voglia di noi”. Parole sante, linfa vitale per tifosi e giocatori.
La tanto discussa Fiorentina è francamente indecifrabile. Non si offendano i miei amici (tanti, tantissimi…troppi) se ne parlo dopo Milan, Napoli e Inter, ma la situazione e Firenze mi sembra un po intricata (intrihhhata farebbe più effetto). La squadra è un ottima squadra, attorniata da una società capace, seria e intelligente (anche se ultimamente un po di meno), l’allenatore è uno dei migliori in Italia e forse in Europa. Il mio scetticismo nasce dai due giocatori più forti di cui la Fiorentina dispone: Cuadrado e Rossi. Premesso che sono un grande fan di entrambi, non ho capito le scelte della società negli scorsi mesi su queste due questioni. Su Cuadrado c’era mezzo Mondo con i lilleri in mano, e la Fiorentina l’ha voluto tenere (lui ha dichiarato al Della Valle che sarebbe andato volentieri) per ambizioni di classifica e quanto altro. Tutto legittimo, ma se davvero l’offertona è arrivata, perché rifiutare 40 milioni? perché’ rifiutarne 30? perché? Queste sono disponibilità che porterebbero la Viola a non fare affidamento solo su due o tre giocatori, ma su 5 o 6. E qui arrivo al povero Beppe Rossi. Gli Oasis cantavano “Please don’t put your life in the hands of a rock and roll band, who’ll throw it all away”. Mai fare troppo affidamento su giocatori che sono propensi ad infortuni e ricadute (la storia lo insegna, e da tifoso mi ricordo Chivu, Juan, Vucinic e sai quanti altri). La Fiorentina ha fatto troppo affidamento sul trio delle meraviglie, senza pensare che però qualcosa, sia fisicamente che mentalmente può andare storto e può portare la stagione su binari sbagliati. In tutto questo, lode alla Viola, nello scommettere su Babacar e Bernardeschi, giocatorini di assoluto valore che cercheranno di rendere il celebre (pure bono...) panino al lampredotto più saporito per i Tifosi Viola allo Stadio.