Primo post in assoluto su questo blog. Mi ero infatti, privatamente e personalmente prefissato di iniziare questa avventura in maniera critica e non-convential. Sarebbe fin troppo facile iniziare a scrivere di quanto è forte Cristiano Ronaldo, di quanto gioca bene il Borussia di Dortmund e di quanto ci manchi il vero calcio giocato dopo il bollente Mundial Brasileiro.
Meglio parlare di quanto siamo nella merda col Calcio Italiano, penso sia già più utile costruttivo e anche interessante...
Beh, nella merda ci siamo, inutile nasconderci: senza soldi, senza stadii, senza cultura sportiva, senza Nazionale, senza strutture federali, senza una classe dirigente, e senza senza tante altre cose che farebbero comodo (e anche parecchio). La telenovela va avanti da tanto ormai e sembra che il burrone sia sempre più alto e il tonfo sempre più forte e doloroso. Misure e medicine nel nostro paese in questi casi si riducono a fiumi di parole e discorsi agghiacciandi (cit.) su banane, negri e donne handicappate. L'elezione di Tavecchio a capomastro della FIGC infatti, è stata a dir poco travagliata e sofferta fino all’ultimo round contro il newbie Albertini. Senza entrare in polveroni già ampiamente esplorati da chi di calcio non se ne intende, e senza conoscere direttamente la persona, vediamo cosa farà questo ometto spavaldo che (ho grossa paura) vede nell’eta' e nelle conoscenze (tante, tantissime…) le sue armi più in vista.
La situazione è disastrosa in effetti; pochi o nessuno tra gli italiani, si riconoscono in questa FIGC che dovrebbe riuscire a rappresentare l’orgoglio italiano per il Giuoco del Calcio, dentro e fuori i confini dello stivale. Quando in effetti non fa altro che ridurre considerevolmente il numero delle persone appassionate a questo splendido sport.
La ragione principale e da ricercarsi in una delle frasi che aveva snocciolato in tempi non remoti il buon CesaronePrandelli (nooooo ancora lui, e basta dai…) “La differenza che abbiamo noi Italiani, rispetto alle altre nazionali al Mondiale, è la mancanza di una cultura sportiva che non c'è più. In Brasile Prandelli ne ha toppate mille, quasi tutte, forse questa però è una questione che ha centrato in pieno.
Inutile infatti parlare di Balotelli, Baggio e Sacchi, la D’Amico e Sky, e Buffon e Cassano, quando è lo stesso paese a non credere più nello sport, a non averne più la passione. Questo è il tarlo che mangia tutto il bel tavolino di mogano che era una volta il calcio. E questa è la sfida che va vinta in futuro, per rendere credibilità a futuro a uno sport che piano piano sta morendo.
Non e' una scienza astratta pensare che i giovani giochino in paesi dove la gente va allo stadio e dove gli stadi valgono la pena di rinunciare al pacchetto divano-caminetto-pantofola-pigiama-Sky. La gente che va in questi stadi preferisce veder giocare un Primavera titolare invece di vedere un brocco brasiliano di 35 anni che sbadiglia in campo. Perché anche ciò è sintomo di divertimento (se non ti diverti che sport e’?), ed e' giusto che un classe ’93 se bravo giochi e se giochi, sbagli un appoggio. Quel classe '93 se veramente bravo l’appoggio poi, non lo sbaglia più. E la società e il paese intero se lo ritrovano, senza aver speso ne soldi e ne tempo, solo un po di pazienza. Tutto ciò fa avvicinare la gente allo sport, la appassiona, la porta a spenderci soldi (il business c'è, inutile pretendere di vedere i ciuchi volare), tempo, e soprattutto cuore.
Il buon vecchio Cesare l’aveva azzeccata sai? Tanto si basa su quanto la cultura sportiva e’ spiccata o no in un certo paese, il resto ne è sempre in qualche modo collegato. Avendo vissuto un anno in Scandinavia, ho visto un livello di calcio bassissimo, ma una cultura per lo sport e la passione di viverlo pari a pochi altri paesi al mondo. La gente ama lo stadio, ama il match day, ama la squadra se vince o se perde, e ama lo sport come valvola di sfogo e di felicità da tramandare ai propri figli. Football isall you need!
Inutile stare a parlare di banane e Opti’ Pogda, quando in tutto sto tram tram di programmi, conferenze stampa e corse al voto, nessuno ha cagato di striscio il nucleo della questione. A dire che i giovani non giocano e i soldi non ci sono, e’ buona pure mia nonna, e forse lo dice in maniera più ‘ordinata e pulita’ di Tavecchio, vecchissimo...